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È Milano la città più smart d’Italia con 70 progetti e 200 milioni di investimento. Sul podio anche Bologna e Firenze 23 ottobre 2014 Cronologia articolo di Michela Finizio - 27/10/2014

Sono Milano, Bologna e Firenze le città più smart d'Italia. Lo dicono i risultati di ICity Rate 2014, presentati a Smart City Exhibition, la manifestazione europea sulle tematiche dell'innovazione nelle città e nelle comunità intelligenti in programma fino a domani a Bologna. Realizzato da Forum Pa per Smart City Exhibition, il rapporto ICity Rate 2014 stila la classifica delle città smart, analizzando 106 Comuni capoluogo sulla base di 72 indicatori statistici (che vanno dal valore aggiunto per unità di lavoro ai followers twitter delle amministrazioni comunali) per descrivere la situazione in sei dimensioni: economy, living, environment, people, mobility e governance.

Sono le città metropolitane del Centro-Nord a vincere quest'anno la sfida del cambiamento e a conquistare la testa della classifica: Milano con 623 punti è prima e guadagna due posizioni rispetto al 2013; seconda a breve distanza si riconferma Bologna (610 punti), al terzo posto si colloca Firenze (558 punti), con un balzo in avanti di quattro posizioni. In forte crescita anche Venezia, che passa dal decimo al sesto posto e Roma che guadagna 11 posizioni, dal 23esimo all’12esimo nel 2014. Rispetto al 2013 risulta ancora più evidente il divario tra le città del Nord e quelle del Sud e delle Isole, con una graduatoria praticamente spaccata in due. La migliore tra le realtà del mezzogiorno è Cagliari, che si ferma al 60esimo posto. Seguono Pescara al 62esimo e L'Aquila al 64esimo, che insieme a Bari e Sassari costituiscono la fascia più avanzata del Mezzogiorno.

Storicamente capitale finanziaria del paese e principale hub italiano delle sempre più importanti relazioni globali, Milano conquista la vetta della classifica generale con ottime performance praticamente in tutte le dimensioni: è prima in economy e living (che comprende i fattori relativi alla vivibilità e vitalità urbana), seconda nella dimensione people (qualità del capitale umano e sociale) e terza in mobility (accessibilità e mobilità). La prevalenza nella dimensione economica è molto netta, il capoluogo lombardo è primo assoluto in 3 indicatori su 12: produttività (il valore aggiunto per unità di lavoro è superiore a 74.000 euro contro una media nazionale che non arriva a 59.000), direzionalità (ci sono più di 20 imprese con oltre 250 addetti ogni 10.000 mentre a scala nazionale sono meno di 8) e intensità brevettuale (90 brevetti depositati ogni 10.000 unità di lavoro contro una media nazionale di 23,5) ma si colloca tra le prime dieci anche per qualificazione degli occupati, intensità del flusso di visitatori stranieri per motivi di lavoro, dinamismo del credito e concentrazione delle attività di ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda la componente living, Milano fa registrare la prima posizione assoluta sia per qualità delle connessioni residenziali (massima velocità media rilevata per le utenze Adsl consumer) sia per internazionalizzazione culturale (51,6 euro di export pro capite dei prodotti delle attività artistiche, creative e di intrattenimento, più di dieci volte il valore nazionale) oltre che un punteggio molto elevato per diffusione della sharing economy.

«Un riconoscimento - ha detto l'assessore alle Politiche del Lavoro, Ricerca e Università Cristina Tajani - che arriva a pochi giorni dalla nascita dell'Associazione Milano Smart City. Lassociazione, senza scopo di lucro, avrà il compito di coordinare i progetti volti a rendere la città sempre piu smart e intelligente e di valutare la partecipazione della città ai bandi europei del programma Horizon 2020, favorendo il dialogo e il confronto tra i diversi attori del territorio». Milano ha promosso 70 progetti smart, per un valore di oltre 200 milioni di euro, finanziati con risorse interne ed esterne, volti a promuovere l'innovazione tecnologica e sociale, la mobilità sostenibile, il risparmio energetico, la semplificazione. Alcuni risultati raggiunti: oltre 64 nuove App nate dagli oltre 200 'data set' del portale Open Data a disposizione di ricercatori e utenti, oltre 6.000 km di fibra ottica, circa 500 hot spots del Wi Fi Milano, 3.500 bici in condivisione con una media di 10 mila prelievi giornalieri e 32 mila abbonati al bike sharing tra annuali e settimanali, oltre 120 mila iscritti al servizio di car sharing, il superamento del 50% nella raccolta differenziata raggiunto anche grazie alla copertura del 100% del territorio cittadino per quanto riguarda l'umido.

Bologna ottiene il secondo posto con uno scarto molto ridotto e difende la sua tradizione in termini di vivibilità: resta prima ad esempio nella cura dell'infanzia e registra punteggi molto elevati nell'assistenza ospedaliera, nell'assistenza domiciliare agli anziani (11,2% della popolazione over 65 trattata in assistenza domiciliare contro una media nazionale del 4,12%) oltre che nella coesione sociale, grazie alla modesta quota di popolazione in condizione di povertà relativa. Contribuiscono al secondo posto le buone performance in termini di accessibilità, mobilità e governance.

Firenze conquista la terza posizione grazie in particolare all'ottima performance in termini di governance e una forte capacità di adeguarsi ai cambiamenti. Molto buoni i risultati anche dal punto di vista della qualità del capitale umano e sociale (people), della vivibilità (living), e in termini economici (economy). La performance di Milano nel contesto nazionale si ridimensiona fortemente se si amplia lo sguardo al confine europeo. Nei principali ranking internazionali la metropoli lombarda è ancora molto lontana dalle performance delle global cities Londra e Parigi e comunque indietro rispetto ai principali poli urbani del continente (Amsterdam, Berlino, Brussels, Francoforte, Madrid, Stoccolma, Vienna, Zurigo).

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